REALE/VIRTUALE (1993)

Il lavoro è costituito da un’ampolla di vetro finissimo soffiato a mano posta sopra un proiettore appositamente costruito dall’artista.

La luce viene proiettata verso l’alto in modo che il fascio luminoso, ben calibrato, passi attraverso il centro dell’ampolla.

Il proiettore è racchiuso all’interno di un contenitore che lo tiene nascosto alla vista presentando l’opera, illuminata dalla sua propria luce e posta in un ambiente buio, come l’ampolla di un antico alchimista creando un’atmosfera veramente suggestiva. Introducendo all’interno dell’ampolla un oggetto e sospendendolo più o meno al centro per mezzo di un filo di nylon, si visualizza un’immagine immateriale dell’oggetto stesso.

In effetti la luce proiettata passa attraverso il vetro ma non completamente.

Una piccola percentuale viene riflessa all’interno dell’ampolla grazie anche alla sua particolare forma e quindi si creerà la visione immateriale opposta ed equivalente all’oggetto reale sospeso al suo interno.

Si avrà l’impressione di vedere al centro dell’ampolla una copia identica dell’oggetto che in realtà si presenta a noi specularmente.

È immateriale perché ciò che a noi sembra posto al centro, a volte accanto, a volte sovrapposto all’oggetto reale, trova la sua vera collocazione nelle “pareti” dell’ampolla.

I vari rimbalzi luminosi creano questa sensazione di percepire due oggetti identici e reali all’interno della stessa ampolla.

Ma, come dice il titolo stesso dell’opera, un oggetto è effettivamente reale, l’altro ne è la copia virtuale, equivalente ma speculare.