PRISMA MECCANICO (1967)

L’opera è composta da un proiettore di Luce Sintetica e da un supporto di alluminio a forma di disco dipinto di bianco, verticale, ruotante su se stesso ad elevata velocità che raccoglie la luce e la riflette scomponendola nei suoi colori di composizione. Il disco bianco (il “prisma meccanico”) si colora di arancione, di viola, di verde, di blu ed il passaggio tra un colore e l’altro non è mai netto, ma avviene per sfumature. Questo disco bianco sembrerà quindi una piccola palla sospesa ad un’asticella bianca composta da colori in continua successione. Si ha come la visione di una sfera di aria colorata. La stessa rotazione produce un soffio ed un sibilo che accentuano la sensazione di immaterialità.

Osservando l’ombra del prisma proiettata sulla superficie retrostante, come una parete bianca, assisteremo allo stesso fenomeno di colorazione in continua successione. Questa volta, sulla superficie bidimensionale, si può notare un tipo di colorazione simile a quella che avviene sul disco verticale in rotazione, ma differente perché in questo caso i colori che appaiono sono complementari a quelli riflessi dal prisma.

Luce sintetica (1965)

Negli anni Sessanta Fogliati lavora per la realizzazione dei suoi progetti di intervento urbano. Vuole dotare l’ambiente di presenze estetiche agendo anche sugli eventi atmosferici con delle azioni inusuali. Una di queste è la colorazione della pioggia.

Si trattava di non banalizzare l’idea con l’uso di semplici fasci luminosi colorati, ma di creare un evento veramente inconsueto con una luce che avesse “un suo ‘comportamento particolare’”. Attorno alla metà del decennio riuscì ad ideare e a realizzare un tipo di luce che denominerà Luce sintetica o anche Luce fantastica.

Illuminando con questa luce un oggetto fermo, il raggio luminoso appare bianco. Se l’oggetto illuminato è invece in movimento, la luce si scompone svelando i colori che la compongono. Pertanto la peculiarità di questo tipo di luce è rappresentata dalla sua capacità di adattarsi alle caratteristiche dell’oggetto che illumina. Fogliati aveva capito che, proiettando il fascio di Luce sintetica contro un corpo in movimento, questo si sarebbe colorato dei colori del fascio stesso. E questo era ciò che voleva fare con la pioggia ed è ciò che ha dimostrato con la realizzazione del Prisma meccanico, del Rivelatore cromocinetico e dello Svolazzatore cromocangiante.